PILOCARPINA ad uso Veterinario
Classe terapeutica:
parasimpaticomimetici
Può essere prescritto dai veterinari per:
- trattamento del glaucoma (raramente)
- localizzazione diagnostica della denervazione parasimpatica dello sfintere dell'iride
- trattamento primario della cheratocongiuntivite secca neurogena
FDA: non esistono prodotti veterinari in commercio
VETERINARIA
La pilocarpina è un agente miotico che raramente viene utilizzato nel trattamento del glaucoma primario canino. Il farmaco costringe il muscolo ciliare a comprimere la tensione posizionata posteriormente sulla base dell'iride per aprire meccanicamente le strutture angolari iridocornee. Causando la miosi, può impedire la chiusura dell'angolo iridocorneale impedendo che il tessuto in eccesso dell'iride comprometta perifericamente il deflusso dell'umore acqueo. La pilocarpina è stata anche utilizzata per la localizzazione diagnostica della denervazione parasimpatica dello sfintere dell'iride causata da lesioni o da traumi al terzo nervo craniale. La popolarità del trattamento della cheratocongiuntivite secca con la ciclosporina ed il tacrolimus oftalmici è stata associata ad un declino nell'uso di pilocarpina per questa malattia; tuttavia, la pilocarpina è ancora usata per via orale come trattamento primario della cheratocongiuntivite secca neurogena nei cani, poiché questa condizione non risponde alla ciclosporina o al tacrolimus.
Farmacocinetica
Le seguenti indicazioni fanno riferimento alla medicina umana.
In seguito ad azione topica nel sacco congiuntivale di pilocarpina cloridrato o nitrato in soluzione all’1%, l’effetto miotico si raggiunge in 10-30 minuti, è massimo in 30 minuti e solitamente persiste in 3-4 ore (più raramente fino a 20 ore); il picco di riduzione della pressione intraoculare si ottiene in 75 minuti e la riduzione solitamente persiste per 4-14 ore. Dopo l’installazione di 2 gocce di soluzione al 2% di pilocarpina, nell’umor acqueo si raggiunge una concentrazione di farmaco dello 0,2% in 20 minuti. In seguito ad installazione, la penetrazione del farmaco avviene principalmente attraverso la cornea e il suo contenuto intraoculare dipende dal dosaggio dalla forma farmaceutica e dalla concentrazione, dal volume e dalla frequenza delle applicazioni, dalla produzione di lacrime e dalla perdita attraverso il sistema lacrimale di drenaggio. In genere, l’80% del liquido installato fuoriesce dall’occhio e un’ulteriore quota viene persa con le lacrime. L’uso frequente e prolungato di pilocarpina può permettere un assorbimento tale, attraverso la congiuntiva e la mucosa nasale, da causare effetti sistemici parasimpaticomimetici. Il meccanismo attraverso il quale il farmaco viene inattivato nell’organismo non è del tutto chiaro, ma nel siero e nell’umor acqueo è presente un enzima che è capace di inattivarlo; l’enzima sembra essere un’esterasi (non è una colinesterasi) ione dipendente e termolabile. Il maggior metabolita della pilocarpina è l’acido pilocarpico. È stato osservato che l’applicazione di una lente a contatto impregnata di pilocarpina all’1% produce nell’umor acqueo concentrazioni di farmaco superiori a quelle che si ottengono con l’installazione di gocce oculari all’1%.
Dopo l’installazione di una goccia di 50 µl sulla cornea del coniglio, se il veicolo è salino, si ritrova nell’umor acqueo circa lo 0,1% del farmaco; se il veicolo è viscoso si ritrova la 0,5%. Il benzalconio cloruro, come conservante, aumenta di circa il 50% la penetrazione della pilocarpina, probabilmente per modificazioni dell’epitelio corneale. L’applicazione ripetuta, ad intervalli di 5 minuti, aumenta la concentrazione del farmaco nell’umor acqueo. Piccole quantità di pilocarpina si ritrovano nel latte materno.
Effetti collaterali
Con un uso ripetuto, la pilocarpina può causare effetti sistemici (vomito, diarrea e aumento della salivazione). Per la diagnosi di denervazione parasimpatica o altre condizioni causate da lesioni al terzo nervo cranico, viene applicata per via topica una soluzione di pilocarpina allo 0,2%. Per la cheratocongiuntivite secca neurogena, una soluzione al 2% di pilocarpina viene somministrata per via orale (nel cibo) ad una dose di 2 gocce per circa 9 kg di peso corporeo due volte al giorno. La dose viene aumentata settimanalmente fino a quando i segni di tossicità o fino a quando il controllo dei sintomi non viene raggiunto.
Precauzioni
La pilocarpina, inizialmente, può causare irritazione locale. Negli esseri umani, questa irritazione diminuisce dopo 3 giorni di terapia. Può anche causare l'infiammazione del tratto uveale, specialmente con applicazioni ripetute e può causare ifema.
La pilocarpina non deve essere utilizzata nei casi di glaucoma secondario.
Interazioni con altri farmaci
Le seguenti indicazioni fanno riferimento alla medicina umana.
Si suppone che l’effetto miotico e/o ipotensivo oculare indotto dalla pilocarpina possa essere antagonizzato da terapia prolungata con corticosteroidi topici o sistemici, anticolinergici sistemici, antistaminici, petidina cloridrato, simpaticomimetici, antidepressivi triciclici. La somministrazione concomitante di due miotici non è consigliabile per la possibilità di antagonismo tra i farmaci e per la possibilità di aumento delle reazioni allergiche e della tossicità. La pilocarpina può inibire in modo competitivo l’effetto miotico e ipotensivo intraoculare degli anticolinesterasici topici.
Overdose
Le seguenti indicazioni fanno riferimento alla medicina umana.
I sintomi clinici del sovradosaggio comprendono nausea, vomito e diarrea, dolore addominale e crampi intestinali; si possono anche verificare pollachiuria, scialorrea, lacrimazione, sudorazione profusa, pallore cianosi, broncocostrizione, aumento delle secrezioni, congestione nasale e rinorrea. L’assorbimento sistemico della pilocarpina può portare ad attacchi in soggetti asmatici. Una grave tossicità può causare vertigini, tremori, debolezza muscolare, parestesie, bradicardia, aritmie cardiache, ipotensione, sincope, aumento delle resistenze vascolari sistemiche ed eccitazione del sistema nervoso centrale seguita da depressione, confusione, atassia, convulsioni e coma. In caso di comparsa di reazioni sistemiche il trattamento col farmaco deve essere interrotto immediatamente. Si dovrebbe mantenere una respirazione adeguata; possono rendersi necessari, insieme ad ossigeno e ventilazione artificiale, tracheotomia, aspirazione bronchiale, drenaggio posturale. In caso di sovradosaggio l’antidoto è rappresentato da atropina solfato per e.v. o i.m. o s.c. in dosi di 1-4 mg; dosi addizionali possono essere somministrate ogni 3-60 minuti, per 24-48 ore, per controllare i sintomi muscarinici. Le convulsioni vengono trattate con un barbiturico a breve durata d’azione.
In caso di ingestione accidentale il trattamento è il medesimo descritto sopra, con l’aggiunta di lavanda gastrica con una soluzione di permanganato di potassio allo 0,02%.
Dosaggi
Una goccia negli occhi affetti, per 3 volte al giorno. Solitamente la soluzione all'1% o al 2% è più comunemente usata in medicina veterinaria.
Caratteristiche chimico-fisiche
PILOCARPINA CLORIDRATO - Cristalli translucidi incolori o polvere cristallina bianca o quasi, inodore, igroscopica, dal leggero sapore amaro. La sostanza è solubilissima in acqua (1:0,3), molto solubile in alcool (1:3), poco solubile in cloroformio (1:360), praticamente insolubile in etere.
Il pH della soluzione acquosa allo 0,5% è compreso tra 3,5 e 4,5.
p.f. = 199-205°C (l’intervallo di fusione non deve superare i 3°C)
la sostanza è sensibile alla luce.
La pilocarpina base si presenta come liquido oleoso, viscoso, igroscopico, o come cristalli. È solubile in acqua, in alcool, in cloroformio; moderatamente solubile in etere, praticamente insolubile in petrolio leggero.
p.f. = 34°C
Donald C. Plumb, Pharm.D. - Plumb’s Veterinary Drug Handbook – Sesta edizione - Blackwell Publishing
Medicamenta - Società Cooperativa Farmaceutica - Milano